LA SINDONE

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La Sindone è il tessuto più studiato al mondo, almeno dal 1898, con la celeberrima fotografia scattata da Secondo Pia, che notò nel negativo l’immagine impressa nel Sacro Lino. È un lenzuolo molto antico, che ha sicuramente avvolto un cadavere con una serie di ferite che nessuno può non collegare al racconto evangelico della crocifissione di Gesù di Nazareth. Le probabilità che si tratti di lui sono ragionevolmente alte.

La Sindone era di proprietà dei Savoia, che la portarono in Piemonte, nel 1576, da Chambery. Una scelta di cui fu “complice” il pellegrinaggio votivo voluto da San Carlo Borromeo dopo l’epidemia di peste che aveva colpito Milano, Bergamo e Brescia.

È tuttora conservata nel Duomo di Torino, lasciata in eredità da Umberto II di Savoia al Papa, con l’obbligo di tenerla nel capoluogo piemontese.

Sindone, Basilica di Gandino (BG)

 Quest’ultimo elemento, così come le ragguardevoli dimensioni di mt. 4,41 x 1,13, rende quasi una necessità il progetto di creazione delle repliche certificate. La Sindone è un’immagine riconosciuta dai cattolici, dagli ortodossi e anche dal mondo musulmano. Le ostensioni a Torino sono poche, poiché il lino tende ad ingiallire se esposto per troppo tempo alla luce.  Ecco allora che la possibilità di fare copie certificate su un supporto adeguato permette di soddisfare le aspirazioni di tanti fedeli. 

Diventeranno strumento di promozione anche attraverso l’apposizione di un Qr Code digitale che rimanderà ad un sito specifico. Fra le prime destinazioni va segnalata quella relativa al Museo della Bibbia di Washington (Stati Uniti), dove un’apposita sezione dedicata alla Sindone verrà inaugurata nella primavera 2022, dopo il rinvio reso necessario dalla pandemia.

Il maestro del Duomo

Quirino Gasparini

Legato alla Sindone è anche il compositore gandinese Quirino Gasparini (1721-1778) divenuto maestro di cappella del Duomo di Torino.

A renderlo celebre il fatto che il mottetto da lui composto “Adoramus te, Christe”, fu per oltre un secolo attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart ed addirittura inserito nel celeberrimo catalogo Köchel (codice K327), riferimento fondamentale per la produzione del grande salisburghese. Il brano fu trascritto su un foglio da Leopold Mozart, padre di Wolfgang, senza indicazione dell’autore. Il foglio (oggi conservato presso la Biblioteca Jagellonica di Cracovia, in Polonia) finì fra le carte del compositore, con conseguente errata attribuzione del brano, rivelata nel 1922 da Hermann Spiess, maestro di cappella a Salisburgo, in uno studio pubblicato sulla rivista organistica tedesca “Gregorius Blatt”. Mozart fu allievo di contrappunto di G.B. Martini come Gasparini che si incontrò con i Mozart al più tardi nel 1771, a Torino.  Alcune produzioni artistiche di Quirino Gasparini sono strettamente legate al tema della Passione di Cristo e alla Sacra Sindone. Il citato “Adoramus Te, Christe” attribuito a Mozart, fa parte per esempio dei Responsori del Venerdì Santo, composti per l’adorazione della Croce.

In evidenza anche i “Mottetti per le Rogazioni” alla Sacra Sindone, composti da Gasparini nel maggio 1766, i cui manoscritti sono conservati presso il Fondo Musicale della Cappella dei Cantori di Torino. Si tratta di una serie di 4 mottetti: “Sicut cervus”, “Sicut cedrus”, “Aspice Domine” ed il conclusivo “Tuam Sindonem veneramur”. Nell’ambito delle celebrazioni 2021 per il terzo Centenario della nascita del compositore, il Gruppo Filatelico Valgandino ha ottenuto da Poste Italiane l’emissione di un annullo straordinario. E’ stato realizzato un folder filatelico a tema, realizzando un “cartoLino” con il lino tessuto presso Torri Lana 1885 e stampato presso Efi Reggiani. La stampa a pigmento utilizzata per le copie della Sindone è la stessa utilizzata per ogni singolo “cartoLino”. 

In occasione delle celebrazioni per il Terzo Centenario della nascita di Quirino Gasparini, l’artista locale Ivano Parolini ha inoltre realizzato un dipinto murale in piazza XXV Aprile, pure immortalato su una serie di cartoline.